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De Masi: «Non ho un piano B, se vincono i padrini sono un uomo morto»

L’imprenditore e testimone di giustizia presenta a Trame “Favuriti”. Occhiuto: «E’ un esempio, le istituzioni hanno il dovere di stargli vicino»



LAMEZIA TERME Favuriti, si vuliti“. In Calabria si dice così. Ma “Favuriti” è anche «una follia che ha come obiettivo di svegliare le coscienze dei calabresi», racconta ai nostri microfoni Antonino De Masi, imprenditore “resistente” e testimone di giustizia è ospite di Trame – Il Festival dei libri sulle mafie in corso a Lamezia Terme. Accanto a lui, sul palco, il presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto.


Cos’è Favuriti?

L’imprenditore di Gioia Tauro, accompagnato dalla scorta dopo le numerose minacce e gli attentati subiti dopo aver denunciato le cosche, illustra i dettagli del suo progetto che mira ad offrire una nuova narrazione della Calabria. «Favuriti è un tentativo di una rivoluzione culturale e sociale della Calabria, un momento identitario che vuol far capire che la Calabria ha dignità, orgoglio, bellezza. La nostra è la regione di Leonida Repaci e di tante altre belle figure che hanno onorato questa terra. Noi siamo questi e non altro».


La “legge De Masi”

Il Consiglio regionale calabrese ha approvato all’unanimità la proposta di legge “De Masi” che prevede premialità negli appalti pubblici per gli imprenditori che si sono ribellati alla ‘ndrangheta e al racket delle estorsioni. «Con la politica calabrese tutta ho portato avanti il progetto di legge che si rivolge agli imprenditori invitandoli a denunciare perché chi denuncia non va marginalizzato ma aiutato e supportato», dice De Masi. Che aggiunge: «Del progetto “Favuriti” ne ho parlato col Presidente Occhiuto, lo ha condiviso e mi è stato al fianco».


«Non ho un piano B»

Qualcuno vorrebbe che Nino De Masi si fermasse, ma Nino De Masi non si ferma. «Non me lo posso permettere. Ci sono in piedi una serie di iniziative importanti che vorrei portare avanti. Perché, ripeto, la Calabria si trova in un momento molto delicato. O cade da una parte o cade dall’altra. O vince il nero e quindi le tenebre, le ombre, i poteri, i padrini, i padroni o vince il sorriso e dunque la luce, la bellezza, la speranza di essere calabresi. Non ho un piano B, deve per forza vincere il bianco perché se dovesse vincere il nero io sono un uomo morto».


L’intervento di Occhiuto

La nuova narrazione della Calabria. E’ uno dei must del presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto. Dall’insediamento, il governatore ha tracciato la rotta: rilanciare l’immagine di una regione vittima dei soliti stereotipi. «Le mafie e la ‘ndrangheta hanno fatto un danno terribile a questa regione perché hanno comunicato al Paese una terra senza speranze, invece abbiamo molte risorse e tante eccellenze», sostiene Occhiuto ospite di Trame – Il Festival dei libri sulle Mafie. «Nino De Masi è un esempio e credo che le istituzioni abbiano il dovere di stare vicino a persone come lui perché a volte le mafie cercano di uccidere il dissenso, quando non ci riescono cercano di determinare la morte civile delle persone che confliggono con la criminalità organizzata». Il governatore sottolinea la presenza di tanti giovani all’evento in corso a Lamezia Terme. «E’ una bellissima copertina, dimostra che ci sono fermenti positivi soprattutto tra i giovani calabresi e che la ‘ndrangheta non fa più paura ai giovani. Lo Stato vuole stare vicino a quelli che combattono la criminalità organizzata». (f.b.)



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